Intimo, lontano dalle tendenze, sperimentale. Manouk, nel crogiuolo di (solo) buoni esecutori di cui è fatto il mondo musicale odierno, è uno di quelli che oltre alle ottime doti vocali e strumentali è in grado di trasmettere quel qualcosa in più, un concetto, un modo di approcciarsi a testi e arrangiamenti. In arte Manouk, ma all'anagrafe Scott Mercado, il musicista arriva dalla calda San Diego, California. A guardarlo così, di sfuggita, sembra Jovanotti per lineamenti e barbone. Questa sera salirà sull'alternativo palco de La Casa 139 (dalle 21.30, info www.lacasa139.com) assieme alla sua band per presentare il suo nuovo e fortunato lavoro da solista, «No End To Limitations», apparso nel novembre scorso: un'opera intimistica al confine tra il cantautorato all'inglese, il folk americano e l'elettronica. Di ben definibile ci sono i testi: raccontano di amore, di storie al limite del possibile, di preoccupazioni e voglia di libertà. Ma affronta anche temi sociali, come un'America lacerata, spaccata in due.
Comune denominatore di ogni pezzo è la non scontatezza degli arrangiamenti, a volte persino spiazzanti e non lineari. Ad aprire l'esibizione dal vivo di Manouk saranno gli italo-francesi Grimoon, costituiti a fine 2003.Gabriele Brambilla- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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