Condannato, si sparò con un’arma illegale

Si è conclusa ieri davanti alla seconda corte d’appello la vicenda giudiziaria di Vincenzo M., che nel 2003, dopo aver scoperto di essere stato vittima di una truffa, decise di togliersi la vita. Senza però riuscirci. L’uomo, infatti, si sparò con una pistola, rimanendo solo ferito al volto. Dopodiché, l’aspirante suicida venne arrestato perché quella pistola risultava essere detenuta illegalmente. A far scattare il proposito di farla finita era stata la scoperta che alcuni beni immobili che Vincenzo M. aveva comperato erano in realtà soggetti ad ipoteca. La vicenda giudiziaria era iniziata, in primo grado, con una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione per ricettazione e detenzione abusiva della pistola. Ieri, invece, il difensore di Vincenzo M. ha chiesto il patteggiamento.

Il sostituto procuratore generale, Donatella Grieco, non si è opposta alla richiesta avanzata dal legale. La Corte, quindi, ha accolto la proposta, riducendo così la pena fino a un anno e sei mesi di reclusione e dichiarandola infine interamente coperta da condono.

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