Così il duo Redford-Hoffman incastrò il presidente Nixon

Potremmo esordire dicendo, come in una favola: «C'erano una volta...». In effetti, è proprio così: c'erano una volta il presidente degli stati Uniti, Richard Nixon, e c'erano, altresì, due intraprendenti, irriducibili giornalisti del Washington Post. L'uno e gli altri ebbero a incontrarsi (meglio, a scontrarsi) sul fatto che lo stesso Nixon, spalleggiato da un manipolo di suoi disonesti tirapiedi, imbastì negli anni Settanta un maledetto imbroglio pur di prevaricare il diretto concorrente democratico alla carica presidenziale. Alan Pakula, un cineasta di buona mano, risoluto a denunciare nei suoi termini reali la sordida vicenda, ha così precettato due scafati attori, Robert Redford e Dustin Hoffman, imbastendo un racconto incalzante, dal ritmo sapiente. Fino ad approdare all'esito compiuto di un esemplare pamphlet civile sulle soperchierie e i conseguenti contraccolpi di una lotta politica assolutamente spregiudicata.

Come si ricorderà, Richard Nixon, in conseguenza della campagna del Washington Post, fu costretto a dimettersi dalla carica di presidente, ma al di là del fatto contingente il film di Pakula è oggi tenuto in conto, da allora, di un esempio significativo di come si fa (si deve fare) giornalismo. E, altresì, cinema.

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