Cronache

Le dimissioni, il plasma abbandonato, il silenzio: cosa c'è dietro il suicidio di De Donno

I carabinieri di Mantova sono all'opera per far luce sul suicidio di Giuseppe De Donno, che non ha lasciato nessuno scritto d'addio

Le dimissioni, il plasma abbandonato, il silenzio: cosa c'è dietro il suicidio di De Donno

Giuseppe De Donno è stato trovato morto nella sua abitazione di Curtatone, alle porte di Mantova, nel pomeriggio di martedì 27 luglio da alcuni parenti. L'ex primario di Pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova si è tolto la vita a 54 anni ma i motivi non sono ancora stati chiariti. In casa, i carabinieri che coordinano le indagini non hanno trovato nessuna lettera d'addio, nessun biglietto che possa spiegare cosa ci sia stato dietro il gesto estremo del medico amato e apprezzato dalla sua comunità. Il nome di De Donno è salito alle cronache durante i primi mesi dell'epidemia nel 2020, quando propose la cura al plasma iperimmune per i pazienti con gravi forme di Covid.

Curtatone e tutto il mantovano sono sotto choc per la notizia, così come i suoi colleghi. Nessuno si aspettava il suicidio di Giuseppe De Donno, che poche settimane fa aveva deciso di abbandonare il suo ruolo, dimettendosi da primario del reparto di Pneumologia del Carlo Poma per diventare medico di base a Porto Mantovano dopo una vita trascorsa in corsia. Aveva speso molte energie da febbraio in poi per trovare una cura contro il Covid, quando Mantova è stata una delle zone maggiormente colpite dall'epidemia tra marzo e aprile del 2020.

Investì molto nella cura al plasma iperimmune, che sembrava potesse essere la svolta per alleggerire il carico nelle terapie intensive e guarire i pazienti con le forme più gravi di Covid ma questa strada è stata man mano accantonata anche a fronte di studi e di ricerche internazionali. "Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui", dice oggi il direttore dell'Asst di Mantova nel ricordare De Donno.

Probabilmente lo scarso interesse nei confronti della sua terapia al plasma iperimmune e il suo progressivo accantonamento hanno lasciato il segno in Giuseppe De Donno, come conferma anche il direttore: "Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire".

Ora saranno i carabinieri a far luce su quanto è accaduto al dottor De Donno, a chiarire le dinamiche tutt'ora oscure.

Intanto gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, coordinati dalla Procura di Mantova stanno indagando per escludere eventuali responsabilità di terzi.

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