Rallentare l'atrofia cerebrale nei casi di sclerosi multipla

Con l'avanzare dell'età, il cervello si riduce. Un processo (conosciuto come atrofia) inevitabile, che, nelle persone con sclerosi multipla (circa 2,3 milioni nel mondo, più di 70mila in Italia), ha un decorso da 3 a 5 volte più rapido. In questi pazienti, la perdita di volume cerebrale, può esordire precocemente (anche prima che i sintomi si manifestino)ed è associata a una progressiva riduzione della funzionalità motoria e cognitiva. Nuovi dati, presentati al Congresso svoltosi di recente a Boston (Usa), confermano l'efficacia di una molecola (fingolimod, Dmt), nel proteggere il cervello e rallentare la progressione della malattia. Più in particolare, analisi separate dimostrano che i pazienti trattati con questa terapia, per un arco di tempo di 6 anni, hanno un tasso costantemente basso di perdita di volume cerebrale, quindi stabile, con numeri che vanno da 0,33 a 0,46 per cento: un valore vicino a quello delle persone sane.

Ulteriori evidenze avrebbero dimostrato l'efficacia di fingolimod, nel raggiungere lo status di «non attività di malattia (Neda)», nei pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente, la forma più diffusa, colpisce circa l' 85 % dei pazienti.

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