Il filosofo e il perseguitato uniti dalle rime (e dalla Grecia)Platone e Patrikios

I l filosofo greco Platone (427-347 a.C. circa), nel trattato politico sulla Repubblica critica aspramente i poeti poiché pretendono di insegnare ciò che non sanno. Altrove invece li loda, attribuendo una natura divina alla poesia. In ogni caso, Platone stesso è stato uno dei maggiori poeti dell'antichità, come testimonia la poesia qui a fianco. In questa pagina presentiamo anche una poesia del greco Titos Patrikios. Lo scrittore, nato ad Atene nel 1928 da una famiglia di artisti, è passato attraverso la resistenza antitedesca (1943-45), la guerra civile greca (1945-49) e il confino nelle isole di Makrònissos e Aghios Efstratios (1951-54) che condivise con altri intellettuali e poeti comunisti (tra di essi in primis Ghiannis Ritsos, vero scopritore del suo talento lirico).

Come ha scritto Filippomaria Pontani nell'introduzione alla raccolta La resistenza dei fatti (Crocetti editore): «Patrikios ha sempre concepito la sua poesia anzitutto come testimonianza, come rimedio all'oblio, come inesausta esortazione al ricordo dei compagni uccisi, della barbarie vissuta e mai del tutto debellata, del dolore che non solo lui ma tutta una generazione, un popolo, un mondo hanno patito». Poesie di Patrikios sono state pubblicate in tutti i Paesi europei e in Messico, Cile, Brasile e Egitto.

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