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Prenderla sul ridere o seriamente? La crisi (a quanto pare perenne) della famiglia si presta a entrambe le letture. Sul versante comico, per esempio, fra le ultime uscite segnaliamo «Affari di famiglia», di Will Eisner (Fandango), un fumetto in cui una famiglia numerosa si ritrova per celebrare il novantesimo compleanno del patriarca. Ma dietro l’armonia covano segreti inconfessabili e riemergono ricordi a lungo soffocati, mentre si decide se destinare il genitore a una casa di cura e si discute (ovviamente) della spartizione dell’eredità.
Serio, anzi serissimo è il saggio «Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna», di Massimo Recalcati (Cortina).

Nell’epoca dell’«evaporazione» del padre e dello smembramento della famiglia tradizionale, cosa può avere una funzione di guida per il soggetto? Attraverso Sigmund Freud e Jacques Lacan e alcune figure tratte dalla letteratura (Philip Roth e Cormac McCarthy) e dal cinema (Clint Eastwood), si delineano i tratti di una paternità indebolita, priva di ogni aura teologica e fondata sul valore etico della testimonianza singolare.

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