Nel 1988 Salman Rushdie scrive «I versi satanici», una storia fantastica ma allusiva nei confronti di Maometto. La pubblicazione del libro provoca, nel febbraio 1989, una fatwa di Khomeini che decreta la condanna a morte dell'autore, colpevole di bestemmia.
Lo scrittore riesce a salvarsi vivendo sotto protezione e assumendo il falso nome di Joseph Anton. Il traduttore giapponese del romanzo viene però ucciso da sicari iraniani, mentre il traduttore italiano, Ettore Capriolo, viene ferito. Ferito anche l'editore norvegese del libro.
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