Visione critica Largo all'avanguardia

C'è un paradosso nella performance Gran serata futurista di e con Massimiliano Finazzer Flory, in tournée in questi giorni (oggi a Stromboli). Si celebra il passato per proiettarsi, appunto, nel futuro. Ma il problema è proprio questo: se i manifesti del Futurismo ancora suonano attuali, a un secolo di distanza, forse c'è da preoccuparsi. Vorrà dire che i mali dell'Italia sono sempre gli stessi? Viviamo immersi in una cultura che si professa, in ogni occasione, progressista. Eppure dice no a quasi tutto: ai privati, ancora ritenuti moralmente inferiori al pubblico; a un vero pluralismo, visto che i fortini sono sempre presidiati dalle stesse persone. Non è che ci si nasconde dietro all'ammirazione del passato anche per curare i fatti propri?
Finazzer Flory recita i testi di Marinetti, Palazzeschi, Papini. Lo fa con una dizione modulata direttamente sui dischi delle serate futuriste, poiché, sottolinea, «i futuristi volevano abolire la punteggiatura». Ed è accompagnato da danza e musica dal vivo.
Secondo l'attore, c'è ancora bisogno del messaggio dell'avanguardia storica: perché la cultura italiana «si è adagiata nella ripetizione e nel conformismo». C'è forse poca cultura in Italia? «Al contrario, ma è accademica, autoreferenziale, decrepita». Insomma è preda di una «fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari» per usare le parole del Manifesto del Futurismo. I passatisti di oggi hanno tratti in comune con quelli di ieri: «I nostri musei sono cimiteriali. Niente nuovi artisti, nessuna novità: solo un inchino di fronte alla grandezza del passato. Sterile, purtroppo. Sembriamo incapaci di produrre qualcosa di radicalmente diverso». I passatisti di oggi diffidano della tecnologia, non ne vedono la bellezza. E nel passaggio più suggestivo del copione, Finazzer Flory mostra le assonanze tra il Futurismo e la rivoluzione digitale. L'«immaginazione senza fili» come il wi-fi; la «simultaneità della visione» come il touchscreen dell'iPad; «le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi» come Google. «L'uomo più vicino a Marinetti è Steve Jobs» dice Finazzer Flory.

I passatisti di oggi non possono uscire dalla crisi, imbrigliati come sono da un falso ordine europeo e dal burocratismo. I passatisti di oggi hanno il cervello ossificato da decenni di parole d'ordine e pensiero unico, sappiamo quale.

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