Il derby con Intesa si gioca all’estero

Sostiene Alessandro Profumo,
di fronte al Parlamento,
che per banche italiane sia «quasi impossibile avere la nostra presenza internazionale, a meno che ci siano aggregazioni particolarmente significative». Il numero uno di Unicredit non lascia spazio ai concorrenti nazionali. Nemmeno
- o soprattutto - a Intesa Sanpaolo. Eppure tra le due non c’è una differenza abissale: 84 miliardi contro 70 di capitalizzazione, entrambe tra le top 10 d’Europa. Ma, certo, Unicredit produce solo il 47% dei ricavi dall’Italia, contro il 74% di Intesa. La quale, non a caso, ha ribadito di voler crescere fuori confine. Ma il punto, forse, è un altro: l’ennesima «provocazione» tra Profumo e il vertice di Intesa. O, meglio, tra le due galassie che si contendono il sistema.

Già entrate in conflitto, sull’Abi (per la battaglia al vertice, persa da Unicredit), Telecom (neutrale Unicredit, interventista Intesa) e su Generali (allarmata Intesa per lo strapotere di Mediobanca, dove Unicredit, dopo
la fusione con Capitalia, pesa di più). Ora arriva quest’ultima punzecchiatura. C’è solo da sperare che gli attriti si trasformino, magari, anche in una sana concorrenza a favore
dei risparmiatori. MZ\]

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