«Dieci anni di residenza per avere la casa popolare»

«Proponiamo che il requisito per entrare in una casa popolare previsto dalla legge regionale sia innalzato da cinque a dieci anni». Richiesta firmata dal consigliere regionale Enio Moretti (Lega) destinata a sollevare polemiche, anche dopo la sentenza della Corte costituzionale che boccia il ricorso presentato dai sindacati inquilini contro i criteri previsti dalla Regione per l’assegnazione degli alloggi. Preannuncio di una battaglia consiliare mentre la Lega reclama «la concreta applicazione della norma oggetto del ricorso: «L’ordinanza della Corte sancendo l’infondatezza e l’inammissibilità della questione di legittimità costituzionale sollevata, ci consente di proseguire nel cammino intrapreso ribadendo che non si tratta di discriminare o meno, bensì di garantire i diritti dei nostri cittadini».

E dall’assessorato regionale alla Casa arriva la disponibilità a trattare sull’innalzamento del requisito previsto dalla legge lombarda. Legge che prevede tra l’altro lo svolgimento di un’attività lavorativa in Lombardia da almeno cinque anni in modo continuativo per il periodo immediatamente precedente alla data di presentazione della domanda.
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