E in Francia c’è la fuga dalle moschee

Se in Italia il «caso Magdi Allam» ha fatto discutere (e in qualche caso sbraitare...), che cosa dovrebbero dire in Francia? Da quelle parti, ogni anno si contano a centinaia i musulmani che si convertono al cristianesimo. Lo sottolineava un lungo articolo di Le Monde di ieri, nel quale si dice che il battesimo del giornalista di origine egiziana, avvenuto pochi giorni fa in Vaticano, ha «rallegrato» i neo-convertiti francesi.
Fra essi, l’ultimo in ordine di tempo è stato Khaled, un ventiseienne il quale, partito da posizioni rigorosamente islamiche dall’età di 17 anni, ha poi conosciuto, attraverso un professore di filosofia cattolico, la sua nuova dimensione spirituale. Che ha deciso di abbracciare dopo essersi preso una pausa di riflessione poco gradita (per non dire avversata) da molti suoi amici.
Per Fatima, invece, la «pausa di riflessione» è durata oltre trent’anni. Il grande passo è giunto cinque anni fa, a 52 anni.

A convincerla definitivamente sono state la mancanza di tolleranza dell’islam e la condizione delle donne nei regimi islamici.
Saïd Oujibou ha fatto di più, diventando pastore evangelico. A 39 anni non dubita minimamente della propria nuova fede, ma diffida delle false conversioni «causate soltanto dall’overdose di islam».

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