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E l’islamico è tornato in cella

Abu Omar (nella foto), all’anagrafe Hassan Mostafa Osama Nasr, è stato nuovamente arrestato dalla polizia segreta egiziana, perchè considerato «pericoloso per la sicurezza dello Stato». Nato ad Alessandria d’Egitto 43 anni fa, la sua storia sembra uscita da un romanzo di spionaggio. Lasciato il suo Paese d’origine all’inizio degli anni Novanta, Abu Omar si trasferisce in Albania, dove inizia a lavorare per due fondazioni islamiche, Al Haramain e Rihs, che, dopo gli attentati dell’11 settembre, entreranno nella lista nera statunitense dei presunti finanziatori di Al Qaida. Un’indagine del Chicago Tribune ha rivelato che, accanto a tali attività, in questo periodo Abu Omar fa anche parte della polizia segreta di Tirana ed è legato a due agenti della Cia. È solo nel 1997 che l’egiziano, lasciati in Albania moglie e tre figli, arriva nel nostro Paese e ottiene asilo politico. La sua base diventa Milano e nella locale comunità islamica si distingue per l’adesione ai principi qaidisti.

Una «carriera» che lo porta a diventare l’imam della moschea di via Quaranta.

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