E in «Liberazione» narra l’assedio di Budapest

L’ultimo libro di Sándor Márai (1900-1989) ad essere tradotto e pubblicato in Italia è stato Liberazione (Adelphi, pagg. 162, euro 16,50) che è da pochissimo in libreria. Il romanzo racconta l’assedio dell’Armata rossa a Budapest nel Dicembre del 1944. L’antivigilia di Natale una ragazza di 25 anni, Erzsébet, che da mesi vive braccata, riesce a trovare un nascondiglio per il padre: uno scienziato a cui le croci frecciate danno la caccia, viene murato, in una minuscola cantina. Erzsébet, invece, scende nello scantinato del palazzo dove vive, insieme a tutti gli altri inquilini. Ci rimarranno per quattro settimane, quanto durerà il terribile assedio. In quel mondo sotterraneo e fetido Erzsébet aspetta «qualcosa». Qualcosa che si riassume in una parola: liberazione. Finalmente, nella notte fra il 18 e il 19 gennaio, vedrà la sagoma del primo russo stagliarsi sotto la porta: ma quell’incontro sarà ben diverso da come se l’era immaginato.

Márai è stato a lungo un autore dimenticato. La riscoperta italiana è iniziata solamente a partire dalla pubblicazione de Le braci (Adelphi 1998). Tra gli altri suoi libri ricordiamo anche: Confessione di un borghese e I ribelli.

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