E nel campo rom spunta la villetta di legno

da Roma

Una casetta in legno, 70 metri quadri. Tante polemiche, proteste dei cittadini e una situazione che il sindaco di Roma Gianni Alemanno definisce «paradossale». La casa in legno per i rom nel campo nomadi Casilino 900 è stata inaugurata ieri, dopo molte tensioni. Un’inaugurazione che «non era stata concordata con nessuno ed è stata subita dai cittadini come una provocazione - spiega il primo cittadino della capitale -. Controlleremo le carte e se mancano le autorizzazioni la rimuoveremo immediatamente». La casa in legno, un progetto delle quattro etnie nomadi che vivono nel campo, è concepita come un modulo abitativo alternativo ai container.
Dopo un incontro in prefettura con gli abitanti, il sindaco ha spiegato che «non ci sono carte» che autorizzano la costruzione. «Io non ho mai aderito all’inaugurazione. Può anche essere un’ottima iniziativa ma quello non è il luogo più adatto per ospitarla».

Di tutt’altro parere Francesco Careri, coordinatore dei progettisti dell’università Roma 3, che hanno realizzato la «Casa di tutti»: «Siamo nella legalità, abbiamo ricevuto notifica dai vigili urbani per quanto riguarda la documentazione che dovrà essere integrata».

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