Economia

Le mani della Merkel sul governo italiano

Berlusconi accusa Monti: "Politica germanocentrica, ha peggiorato la crisi". Berlino: "No a una campagna anti tedesca". E la campagna anti italiana della Merkel?

Le mani della Merkel sul governo italiano

"Non vogliamo immischiarci con l'Italia". È questo il secco commento che Berlino lancia a Silvio Berlusconi che oggi ha condannato apertamente il premier Mario Monti di aver penalizzato gli italiani portando avanti una politica prettamente germanocentrica. Eppure, quando si trattava di far guadagnare la Germania a discapito dell'Italia, il governo tedesco si immischiava pesantemente.

Che Angela Merkel preferisca avere a che fare con il Professore piuttosto che con il Cavaliere non è certo un mistero. E, se qualcuno avesse avuto anche solo il minimo dubbio, ieri la cancelliera tedesca ha fatto sapere, con estrema chiarezza, che sostiene il governo di Monti perché "ha messo in campo per le riforme". D'altra parte, quando Berlusconi era ancora a Palazzo Chigi, la Merkel non mancava mai di attaccare pesantemente l'Italia trascinando, anche economicamente, l'Unione europea nel baratro e caldeggianto, tutt'altro che velatamente, un governo tecnico che tradisse il volere dell'elettorato italiano. Lo scambio di sorrisi tra la cancelliera tedesca e l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy sono emblematici. Come ha spiegato nei giorni scorsi Renato Brunetta, sarebbe bastato dare un'occhiata alla semestrale pubblicata dalla Deutsche Bank il 30 giugno del 2011 per per capire che òa vendita, da parte della principale banca tedesca sul mercato secondario, di titoli del debito pubblico greco per 500 milioni di euro e di titoli di Stato italiani per 7 miliardi avrebbe generato panico sui mercati e aperto la strada alla crisi economica che ha investito, in primis, l'Italia.

Alla Telefonata con Maurizio Belpietro, Berlusconi ha spiegato che l'uso politico che viene fatto dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è "un imbroglio" messo in atto per sovvertire il volere democratico degli italiani. Grazie alla leva del differenziale sui titoli di Stato i poteri forti sono, infatti, riusciti a far cadere il governo Berlusconi e a portare a Palazzo Chigi i tecnici. È stato a partire da quel momento che il governo ha smesso di fare il bene degli italiani per seguire, come ha fatto notare oggi il Cavaliere, "una politica germanocentrica" che "ha portato a una situazione di crisi di gran lunga peggiore" rispetto a quando al governo c'era il centrodestra. Un'accusa che non è affatto piaciuta alla Germania. Tanto che Berlino ha prontamente messo in guardia Berlusconi dall'intraprendere una campagna elettorale in chiave anti tedesca. "Il governo tedesco non intende immischiarsi - ha detto il ministro degli Esteri Guido Westerwelle - ma una cosa non accetteremo: che la Germania sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista".

Tuttavia, il capo della diplomazia tedesca si anche premurato di lanciare un appello ai partiti italiani affinché non abbandonino il processo di riforme avviato dal governo Monti.

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