S&P's ammonisce il Politburo cinese: «Più trasparenza o taglio del rating»

Standard & Poor's ha confermato il rating di lungo termine sulla Cina ad «AA-». Le prospettive sono stabili, ma se l'impegno riformista si dovesse indebolire, con un deterioramento della performance economica e con un peggioramento del settore del credito, l'agenzia potrebbe ridurre il giudizio. Al contrario, se la politica di riforme proseguisse, con un maggiore ricorso a strumenti basati sul mercato e soprattutto con un tasso di cambio più flessibile, il rating potrebbe essere ancora rivisto al rialzo.
«Ci aspettiamo - si legge in una nota - che l'economia cinese prosegua la sua forte crescita e che il Paese mantenga la sua solida posizione di creditore estero nei prossimi 3-5 anni».

L'agenzia stima una crescita del pil pro capite al 7,3% per il 2013-2015, meno del 10,2% medio dei passati cinque anni (2007-2011). I fattori di rischio sono legati al basso reddito nazionale medio e alla ristrettezza dei flussi informativi. S&P's non si aspetta grandi cambiamenti dopo l'elezione di Xi Jinping alla segreteria del Pcc.

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