Ubi apre allo shopping dopo l'esame della Bce E taglia 120 sportelli

A poche settimane dal verdetto degli stress test, l'ad Victor Massiah schiera Ubi Banca come «polo aggregante» e quindi compratrice «già dal 2015», nell'atteso consolidamento del settore del credito. Parole che, dal punto di vista strategico, confermano la sicurezza con cui la cooperativa sta affrontando gli esami patrimoniali di Eba e Bce. Sulla scrivania del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, restano diversi problemi irrisolti (da Banca Marche a BancaEtruria) ma anche per Ubi, come per il Banco Popolare, il vero incastro industriale pare piuttosto con Bpm.

Il principio guida di Ubi, ha assicurato Massiah, sarà quello di «creare valore», e quindi, visti i tempi, probabili sinergie di costo. La stessa coopertiva dovrebbe peraltro ufficializzare a metà ottobre un mini-riassetto della rete: dovrebbero essere «sacrificate» (tra chiusure e declassamenti a «minisportelli») 100-120 filiali, scelte in base al livello cost income (la rete più «virtuosa» è quella dell'ex Popolare Bergamo).

Ubi il prossimo anno

non presenterà un nuovo piano industriale perché «con questa volatilità» sui mercati finanziari sarebbe «un esercizio sterile fare progetti a cinque anni quando non hai visibilità a 5 mesi», ha infine puntalizzato Massiah.

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