Londra Asserragliato in una cameretta-dormitorio dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, Julian Assange si dice pronto a deporre davanti ai magistrati svedesi via videolink. La primula rossa di Wikileaks parlerà domani ai suoi sostenitori. Ma non è chiaro da dove: se mette il naso fuori dall'edificio che gode di extraterritorialità, Scotland Yard - che da due mesi ne presidia tutti gli ingressi, gli ascensori e l'accesso al tetto - lo arresta immediatamente. Intanto, anche se il presidente ecuadoriano Correa assicura che Assange può resistere a lungo dov'è, la vita del famoso hacker australiano assomiglia sempre più a una sorata prigionia: dorme da due mesi su un materasso ad aria e non potendo uscire gli hanno fornito una lampada solare e un tapis-roulant.
Intanto dalla Spagna, dove entrambi sono in vacanza, il primo ministro David Cameron e il suo numero due Nick Clegg avvertono il capo del Foreign Office William Hague che deve moderare i toni. Un alto esponente del governo britannico ha mandato lo stesso messaggio a Quito, dove il segnale è stato giudicato positivamente.
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