caso marò 2 L'India ci beffa all'Onu L'Italia alzi la voce

di Fausto Biloslavo

Oltre al danno la beffa e per di più con un discorso all'Onu davanti al mondo intero. Sarà questo l'ennesimo «schiaffo» dell'India all'Italia nella vicenda dei marò. Ieri New Delhi ha fatto trapelare i punti salienti del discorso che il ministro degli Esteri, S. M. Krishna, terrà lunedì davanti all'assemblea delle Nazioni Unite. L'India «attribuisce massima priorità alla lotta alla pirateria al largo delle coste della Somalia. Proseguendo le nostre operazioni anti-pirateria nel Golfo di Aden solleciteremo la comunità internazionale ad affrontare il problema serio dei marinai presi in ostaggio dai pirati». A dir poco spudorati dopo aver sbattuto in galera Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i fanti di marina del reggimento San Marco, che sono ancora trattenuti in India proprio per aver difeso una nave italiana da un sospetto attacco dei pirati.
Lo sbandieramento indiano all'Onu della lotta alla pirateria assomiglia a una presa in giro. In particolare dopo che lo stesso presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, davanti all'assemblea, riferendosi ai marò, ha ribadito che la lotta ai corsari «può essere efficace solo se le nazioni cooperano in buona fede, secondo le regole fissate dai regolamenti internazionali e dalla convenzioni Onu». Lunedì il ministro degli Esteri indiano rincarerà la dose sottolineando che il suo paese «nel periodo settembre-dicembre 2012 presiede il Gruppo di contatto sulla pirateria al largo della Costa della Somalia (CGPCS) ed userà questa opportunità per cercare di ottenere progressi all'Onu nella lotta globale contro la pirateria». Il primo progresso sarebbe quello di rilasciare i marò, che da oltre sette mesi sono bloccati nello stato indiano del Kerala. La corte suprema di New Delhi che doveva decidere in questi giorni sul tema cruciale della giurisdizione fa slittare la sentenza. Da novembre l'India presiederà il Consiglio di sicurezza e nel discorso a New York lancerà pure la proposta «di tenere un dibattito tematico sulla pirateria». Prima gli indiani devono liberare i marò e poi si discuterà con loro di pirateria. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi tornerà da New York domani. Negli Stati Uniti rimarrà il sottosegretario Staffan De Mistura, che si è prodigato per i marò. All'Onu ci sarà la rappresentanza italiana guidata dall'ambasciatore Cesare Ragaglini. L'addetto militare è l'ammiraglio di squadra Alessandro Picchio. Se non tutti i nostri diplomatici si spera che almeno lui ostenti il fiocco giallo della marina, segno di solidarietà a Girone e Latorre.

Se entro lunedì non ci saranno novità positive sui nostro marò ed il rappresentante dell'India si gonfierà il petto con la lotta alla pirateria davanti all'assemblea dell'Onu, la delegazione italiana dovrebbe alzarsi e uscire dall'aula per protesta. Una volta tanto dimostriamo al mondo intero che non siamo la solita Italietta.
www.faustobiloslavo.eu

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