La faccia tosta del trombato Lettieri

Che Gianni Lettieri fosse uno dalle uscite infelici lo si era in fondo ben capito già la settimana scorsa, quando espresse pubblicamente solidarietà al Mattino per «gli attacchi concentrici del Giornale». La vicenda era quella della pubblicazione, da parte del quotidiano, dell’editoriale allungato di 31 righe all’insaputa dell’autore in modo da dargli un taglio più anti Cav. Certo, dopo un primo sussulto di stupore e indignazione, volendo un po’ forzare, si poteva attribuire lo spaventoso scivolone alla realpolitik (in fondo era candidato a sindaco di Napoli, non poteva mica inimicarsi il maggior foglio locale) o all’ignoranza totale delle regole basilari del giornalismo. Ma neanche un avvocato di grido (per dire, neanche Pisapia) potrebbe trovare una qualche giustificazione a quanto detto ieri da Lettieri al Corriere.

Un’intervista al veleno in cui il candidato trombato chiede a Berlusconi «di fare un passo indietro» perché il voto napoletano ha decretato che «la stagione è finita». Caro Lettieri: non è che anche questa volta sta dando la colpa alla persona sbagliata?

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