La fame aguzza l’ingegno

Non è affatto vero che più costano più i piatti sono buoni: per una bruschetta di buon pane abbrustolito al fuoco di legna, un ottimo olio e un signor aglio si potrebbero fare follie anche perché è ben difficile che ti sia servita in un ristorante. E c’è chi giura che ci sono buone ricette anche tra quelle dettate da momenti di stenti e profonde difficoltà come può essere un conflitto. In tal senso, l’architetto Andrea Perin ha steso un libretto che raccoglie cinquanta preparazioni selezionate tra i ricettari della Grande guerra. Titolo: La fame aguzza l’ingegno. Sottotitolo: cucina buona in tempi difficili. Editore: Elèuthera, www.eleuthera.it. L’autore ci tiene a far sapere che il suo non è un inno alla «stucchevole mitologia della bella cucina dei tempi andati».

Bensì «un recupero della memoria su sapori e saperi ben in sintonia con le esigenze di difesa alimentare». Sono zuppe e minestre, riso e paste, carni e pesci, verdure e dolci che Perin ha testato con gli amici, includento nel libro solo quelle piaciute di più. Povere ma buone anche ora che non si vive di stenti da guerra.

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