Una «fatwa» contro il Grande Fratello

da Riad

Il Grande Fratello - inteso come il noiosissimo ma popolarissimo programma Tv che curiosa negli affari privati di gente sconosciuta che aspira a diventare immeritatamente celebre - piace molto anche nei Paesi arabi, ma non ai religiosi sauditi. Che hanno emesso una fatwa (decreto religioso islamico) per condannarlo con la massima severità. Non solo i partecipanti al programma diffuso dal network libanese Lbc, ma anche i telespettatori sono stati colpiti dall’anatema dei giuristi musulmani: il Grande Fratello è «un programma culturalmente inappropriato». E come conseguenza dell’editto le due compagnie telefoniche attive in Arabia Saudita hanno deciso di piegarsi, bloccando il servizio di votazione via sms.
«Star Academy», l’equivalente arabo del Grande Fratello, andrà avanti anche senza i voti dei sauditi, ma certamente non i due concorrenti che provengono dal regno.

Già nel 2004, dopo proteste di piazza da parte di donne velate e vestite di nero, il canale satellitare arabo Mbc aveva sospeso dopo un mese di programmazione un Grande Fratello girato nel Bahrein. Il peggio del passato e del presente si fronteggiano.

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