Curia, assordante silenzio sugli insulti di don Farinella

(...) ma per quello che è, per le scelte che ha fatto per sé contro l'Italia». Come se tutti questi insulti non fossero stati sufficiente ad una presa di posizione da parte della Curia, ecco che ieri don Farinella, il teologo «eretico» della diocesi di Genova, rincara la dose. E sul Cavaliere ci mette un carico da novanta: «Certo che darei l'estrema unzione a Berlusconi...se morisse ci libererebbe da una bella palla ai piedi, da un bel rospo».
Sono da poco passate le sei, quando le agenzie di stampa battono le dichiarazioni rilasciate dal religioso alla trasmissione «La Zanzara» di Radio 24. Sessantasei anni, parroco di San Torpete e per sua stessa definizione «prete di strada», il don, come detto, non è certo nuovo ad uscite estreme. E non è nuovo nemmeno a prese di posizione che ad un uomo di chiesa, forse, si addicono ben poco. Come quando a ridosso delle ultime elezioni amministrative a Genova, invitò esplicitamente i propri fedeli durante una funzione, a votare per Marco Doria sindaco e candidato del centrosinistra.
E però, questa volta va oltre e parla addirittura della scomparsa di Berlusconi come di una liberazione. «La Chiesa - spiega don Farinella, rispondendo alle domande dei giornalisti Giuseppe Cruciani e David Parenzo - deve togliere il titolo di gentiluomo a Gianni Letta, prosseneta di Berlusconi, il magnaccino, quello che è metà cardinale e metà prostituta, quello apriva e chiudeva le porte, gli copriva tutte le vergogne con le donne e le leggi». Finito? Macché, il religioso continua. Berlusconi «mi sta sulle palle - aggiunge -. Lui non vuole il governo, vuole l'immunità totale, la garanzia di non andare in carcere e per questo sarebbe disposto a mandare D'Alema al Quirinale, una disgrazia assoluta, la fine del mondo».
Finito? Macché, meglio ribadire con forza il concetto chiave e il cavallo di battaglia degli anti-Cav. «Berlusconi dovrebbe stare in galera - incalza don Farinella -. È stato condannato una volta, poi non più perché si è fatto le leggi a suo favore altrimenti sarebbe in carcere. L'uveite? per la manifestazione gli è passata. Gli viene quando deve andare in tribunale, poi per la piazza si può mettere anche un po' di pepe per fare finta».
C'è il tempo per chiedere al prete se darebbe la comunione a Berlusconi. «No - risponde lui -. Se viene una persona qualsiasi è una cosa, ma per una persona pubblica il problema è diverso. Deve fare dei gesti pubblici di pentimento». Subito dopo le dichiarazioni di don Farinella, è il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi ad intervenire per primo in difesa di Silvio Berlusconi. Stigmatizza anche le parole di Franco Battiato che al Parlamento Europeo a Bruxelles, nelle vesti di assessore al turismo della Regione Sicilia, ha attaccato il malcostume imperante nella politica italiana: «Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino». «Le parole di un prete come don Farinella, le dichiarazioni di Battiata, le dimissioni del ministro degli esteri, il comportamento inspiegabile di Bersani: possibile che non si avvertano i segni evidenti e angoscianti di un Paese che si sta disfacendo - si chiede Bondi - e correndo rapidamente verso la catastrofe, senza che nessuna persona di buon senso sia capace di porvi rimedio?».

Ma le frasi del don scatenano la protesta anche dei senatori pdl Carlo Giovanardi e Simona Vicari: «Mi domando se il presidente della Cei, Angelo Bagnasco non abbia nulla da dire rispetto alle esternazioni del parroco di san Torpete», scrive Giovanadri. «Ci auguriamo che il anche il Vaticano censuri un comportamento che danneggia l'intera chiesa e i suoi uomini migliori», aggiunge Vicari. Giulia Guerri

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