Gli antagonisti del Cantiere (in veste No Tav) occupano il cortile di Palazzo Marino. E nessuno interviene, se non dopo quasi due ore. I sovversivi tentano di boicottare il convegno sulla legalità, organizzato in Comune da varie associazioni tra cui lAnpi, e impedire che parlasse il loro acerrimo nemico del momento, il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, che ordinò larresto di alcuni No Tav. Limbarazzo è parecchio, soprattutto quando si capisce che i cori dei centri sociali non sono diretti solo contro il procuratore Caselli ma prendono di mira il sindaco Pisapia, lAnpi, la giunta arancione. «Il Comune fa forse finta di dimenticarsi da che parte soffia il vento? - urlano gli antagonisti - Vorrebbero farci credere che il popolo arancione è si Tav?». Solo dopo aver dato ai disobbedienti il tempo e lo spazio per urlare slogan contro tutti, arriva il momento dello sgombero.
Il primo a condannare la protesta è Pisapia: «Non ci facciamo intimorire da nessuno». Critiche dure arrivano sia dal Pdl che dal Pd. Il presidente Formigoni parla di «unescalation inaccettabile e Guido Podestà punta il dito contro «unazione intimidatoria che tenta di riaffermare la violenza».
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