Non cè al mondo proustologo (o proustofilo) che non abbia sognato di compulsarlo religiosamente. Ma il quaderno dei Ricordi di Jeanne Proust rimarrà probabilmente per tutti una chimera.
Scrive Evelyne Bloch-Dano nella biografia La signora Proust che «il quaderno dei Ricordi, dove lei annotava citazioni e pensieri suoi, soprattutto dopo la morte della madre e del marito, è scomparso...». E, in nota: «Vi si fa allusione nella biografia di André Maurois e nella Corrispondenza edita da Philip Kolb nel 1970 (Tome I, p. 132, nota 3), che lo ha evidentemente esaminato. Ne è riportato un estratto nel libro di Georges Cattaui, Marcel Proust, Documents iconographiques, uscito nel 1956. Questo quaderno non è stato dunque bruciato da Proust alla morte della madre, come si era affermato».
La stessa Bloch-Dano ha invece potuto consultare, grazie a Nathalie Mauriac, un taccuino di Jeanne compilato verso la fine del 1899.
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