Predilige il turno di notte. Varietà di clientela: taciturni, chiacchieroni, qualcuno alticcio. Donatella Russo, tassista a Milano, non ha paura di niente e ama chiacchierare: «Se uno è simpatico, meglio. Passa più in fretta».
Che ne pensa del test?
«È unidea interessante. Però cè il cliente che ha voglia di parlare, il turista che ti chiede consigli; e cè quello che lavora e passa il tempo al telefonino, oppure vuole farsi gli affari suoi».
Non basta solo guidare?
«Cè il giorno in cui sei più o meno loquace, però, se un cliente è educato e tranquillo, è naturale scambiare due parole».
Regola generale?
«Se non parla, non lo disturbo. Ma se chiede mi fa piacere: passa più in fretta».
E se il cliente esagera?
«Lo contieni. Se è simpatico, comunque, è meglio».
Il test servirebbe anche in Italia?
«Perché no? Tanti colleghi sono bravi, ma altri sono diffidenti o musoni... Però bisogna capirli: a lungo andare è un mestiere stressante».
Se a Milano fosse obbligatorio, che farebbe?
«Mi viene da ridere. Ma se servisse per ottenere la licenza, lo farei.
Non si preoccuperebbe?
«Ma no. Vogliono un tassista professionista? Ok. Però devono pagarci di più...».
Evitiamo largomento.
«Sì, evitiamo».
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