Ieri per tutta la giornata i milanesi hanno potuto visitare la struttura di Segrate. L’imam Shwaima: «La città merita un grande tempio» Moschea «aperta» ma discorso chiuso L’assessore Maiolo: «Un nuovo luogo di culto? Non se ne parla. Giusti invec

Ci ha provato, ma la richiesta è stata subito rispedita al mittente. «Milano merita una grande moschea», ha sostenuto ieri l’imam di Segrate, Ali Abu Shwaima. Un piatto servito insieme al saki e al cous cous alle famiglie milanesi che hanno visitato la moschea di via Cassanese. Ma la bocciatura non lascia spazio a fraintendimenti. «Non se ne parla proprio», è categorica l’assessore di Fi Tiziana Maiolo, «i musulmani hanno diritto di pregare, ma lo facciano in luoghi privati e senza creare fastidio e intralcio alla circolazione, come avviene davanti al centro islamico di viale Jenner». «Milano ha altre urgenze», assicura il capogruppo della Lega, Matteo Salvini. Per l’assessore Boni «non c’è spazio per centri culturali o moschee se non ci dimostrano prima di volersi integrare».

Taglia corto il vicesindaco di An Riccardo De Corato: «Semmai la richiesta fosse avanzata da una fonte autorevole come il ministro di un Paese arabo, ne parleremmo. Ma la risposta non potrebbe che essere: non ci sono spazi».

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