Indennizzo variabile a seconda dei danni

Chi viene arrestato e poi prosciolto o assolto, ha diritto di proporre «domanda di riparazione» per l’ingiusta detenzione subita. In sostanza, un giorno di carcere ingiusto vale circa 235 euro. Questo sulla base di un semplice calcolo: il massimale previsto, per il periodo più lungo, sei anni, di ingiusta custodia cautelare, è di 516mila euro. Naturalmente, la Corte d’appello competente può alzare la cifra se ritiene che nel calcolo dell’indennizzo si debba tenere conto di altri fattori. Per esempio, la pubblicità negativa data dalla stampa o dalle tv all’arresto del malcapitato di turno. Oppure, se c’è stato, il danno economico patito, magari con la perdita del posto di lavoro o la chiusura di un’attività imprenditoriale.
Diverso è il caso dell’errore giudiziario. Che si verifica quando all’arresto segue una condanna definitiva. Irrevocabile. E solo successivamente la «riabilitazione» e l’assoluzione.

In questo caso, l’indennizzo può raggiungere cifre vertiginose. Valutabili in milioni di euro. Daniele Barillà, che fu scambiato per un trafficante di stupefacenti e rimase in cella sette anni e mezzo, ha avuto un risarcimento superiore ai due milioni di euro.

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