Un anno di sconfitte


la sconfitta più cocente dell'ex pm è legata al pronunciamento della Consulta, che ha dato ragione al Colle nel conflitto sollevato dal Quirinale contro la procura di Palermo dopo che i pm, guidati da Ingroia, avevano intercettato indirettamente il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Le bobine con le quattro telefonate tra Napolitano e Mancino sono state distrutte per ordine della Corte costituzionale


L'avventura politica si è rivelata un grande flop per l'ex pm. Il suo partito, «Rivoluzione civile», non ha raggiunto né alla Camera né al Senato il quorum per entrare in Parlamento. Risultato: neanche un eletto, Ingroia, candidato premier, compreso. Lo stesso partito dopo la sconfitta elettorale si è disintegrato, tra le polemiche. Dalle sue ceneri è nato Azione civile, di cui Ingroia resta il leader


Ha tentato di evitarla, perdendo puntualmente un ricorso dopo l'altro. E alla fine è stato il motivo dell'addio alla toga.

Ad Aosta da pm Ingroia non è proprio voluto andare, anche se era l'unico posto in cui poteva essere destinato, visto che lì non si era candidato a premier. A maggio ha preso servizio, è rimasto qualche ora ma non è più tornato. Il Csm, quindi, è stato costretto a cacciarlo per assenteismo

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