IMMOBILI

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Anche il bene più amato dagli italiani, ovvero la casa, dovrà fare i conti con la conversione. È difficile ipotizzare ingenti perdite di valore perché l’80% circa degli immobili è in mano alle famiglie che, difficilmente, riverseranno in massa gli appartamenti sul mercato. Dopo la svalutazione della lira del settembre ’92, i valori medi delle case italiane scesero nei successivi 3-4 anni del 10-15% (con punte del 25% per Milano e Roma) per poi recuperare le quotazioni iniziali massime tra il 2000 e il 2001.

Per quanto riguarda i mutui, invece, se è vero che il valore del prestito immobiliare verrebbe ridenominato in lire, esattamente come lo stipendio, esiste il pericolo che l’importo della rata mensile possa non essere più sostenibile per la famiglia. Lo scenario apocalittico della fine dell’euro implica l’alta probabilità che i redditi si svalutino rapidamente pregiudicando la sostenibilità delle rate.

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