L’INTERVISTA DANIELA SANTANCHÈ

Daniela Santanchè, lei è una donna di lusso?
«Sì, ma non lo ostento».
Sfoggiare o non sfoggiare il lusso al tempo della crisi?
«Io lo dico da agosto. Bisogna adeguarsi ai tempi. Occorre essere in sintonia con gli italiani».
I ricchi dovrebbero sentirsi in colpa?
«Ma non è questione di sentirsi in colpa, ma di buon gusto. Io mi sentirei a disagio a sfrecciare per le strade della città con un macchinone o scendere con una pelliccia lunga fino ai piedi. Non sono mica la madonna del petrolio».
Quanto spende?
«Molto meno rispetto a prima. Entrare nei negozi non mi diverte più».
E allora cosa risponde a chi dice di comprare per combattere la crisi?
«Ma dipende, ristrutturare la casa o cambiare modello di televisione in sala, è comunque una cosa per cui non ci si deve certo vergognare. Migliorare la qualità della propria vita è cosa ben diversa dall’ostentazione del lusso sfrenato».


Lerner suggerisce: basta con i cashmerini e cappotti di vicuna andina.
«Be’, purtroppo devo dire che questa volta sono d’accordo con Lerner».
Tempo fa l’avevano criticata per le borsette costose che sfoggiava.
«Si nasconde solo quello che si ruba. Mio padre me lo diceva sempre».

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