«Repubblica» toglie le firme Ma Ottone si tiene la vetrina

Continua la guerra intestina a Repubblica. Dopo le assemblee infuocate e le minacce a chi votava contro i prepensionamenti è arrivato lo sciopero delle firme. La protesta, anticamera dello sciopero vero e proprio, è stata decisa dal Cdr (uscente) contro le ultime mosse dell'editore nella gestione dello stato di crisi. Ma non tutti i giornalisti sono uguali, neppure nei momenti difficili e neppure nel giornale più democratico d'Italia. E infatti in prima pagina ieri è comparsa una solo firma: quella nobile di Piero Ottone (nella foto).

Nonostante il Cdr avesse chiesto di astenersi anche ai collaboratori esterni, l'ex direttore del Corriere della Sera, 90 anni ad agosto, quello della svolta a sinistra di via Solferino che determinò l'uscita di Indro Montanelli, ha comunque messo il proprio nome in testa all'editoriale sul disastro ambientale nella sua Liguria (con la sua pochissime altre firme, tra cui quelle dello scrittore Tahar Ben Jelloun e del regista scomparso Éric Rohmer). Per il direttore Ottone una scelta di campo con nome e cognome.

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