Il kamikaze islamico è il vicino di casa

Milano si sveglia con una bomba che esplode nel cuore del quartiere San Siro. Sono le 7.45 del mattino, quando Mohamed Game, 35enne libico fa esplodere un ordigno rudimentale all’ingresso della caserma Santa Barbara, in via Perrucchetti. Il bilancio dell’attentato parla di un militare lievemente ferito, e dell’immigrato attentatore ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli. Ma è la paura a scuotere la città. Il terrore di non conoscere nemmeno il proprio vicino di casa. «Era uno come noi, uno normale e tranquillo. Nessuno si sarebbe mai immaginato che potesse fare un gesto simile», dicono gli inquilini del palazzo di via Civitali 30, dove Mohamed viveva abusivamente insieme con la sua compagna, Giovanna M. italiana.

Le istituzioni hanno manifestato solidarietà all’esercito ma hanno chiesto anche un’altissima vigilanza contro il pericolo terrorista.
Prima gli imam che reclutavano guerriglieri, poi le minacce al Duomo e alla metropolitana, Milano da 15 anni è la capitale della guerra fra lo Stato italiano e l’internazionale del terrorismo jihadista.

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