Kofi Annan e non Paparesta garante ideale all’Olimpico

C i vorrebbe Kofi Annan, non Paparesta. Anche se qualche voce furbastra assicura che il clima è quieto, che Roma aspetta serenamente la partita di stasera, che al massimo ci saranno striscioni e qualche fischio. Balle. Orazi e Curiazi si ritrovano, Albalonga è la Juventus di Torino e l’ultimo superstite degli Orazi, individuato in Francesco Totti, assicurerà la vittoria sugli avversari. La retorica è coerente nella vigilia sulfurea, anche se il tam tam di certa informazione, romana e torinese, offre altri tipi di lettura. Trattasi di una partita di calcio tra la capolista e una rivale che sta cercando di riemergere dalla crisi, tecnica e finanziaria. La banlieue giallorossa non accetta che la famiglia Sensi dialoghi con i nemici del nord, compresi i giornali; preferiva i debiti al bilancio riequilibrato, l’aggressività (purché unilaterale) all’educazione.

Maria e Franco Sensi, con le loro figlie, pagano il conto agli arruffapopolo. Per un’ora e mezzo, stasera, si giocherà a pallone. Si spera. Poi pausa, fino al 26 marzo, data del ritorno. Non bastava che la città fosse eterna. Anche la partita con la Juventus. Informate l’Onu.

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