A diciottanni, quando vinse il Premio Paganini di Genova, Laurent Korcia era più una forza della natura che un violinista. Non bastavano al suo temperamento i Bach, i Paganini, i Mendelssohn. Li bruciava con un fuoco da lasciare ammirati e perplessi al contempo. Sono passati i lustri, per qualche tempo lartista francese sembrò uno dei tanti «primi premi» destinati alloblio e invece stava crescendo. Oggi è fra gli artisti più interessanti della sua generazione perché, come questo doppio cd dedicato interamente a Béla Bartók dimostra, ha trovato il punto di convergenza così arduo tra archetto fiammeggiante, vena rapsodica, istinto alla stato puro e lucida, rigorosa comprensione della forma.
Quanto dimostra nel Concerto, con lOrchestra di Birmingham sotto la bacchetta lucidissima di Sakari Oramo, o nelle due Sonate (per violino solo e col pianoforte: Jean-Efflam Bavouzet) dove forza immaginativa e capacità di trasfigurare il dettato musicale dicono che quel giovanotto oggi con un ciuffo di capelli grigi sulla fronte non ha deluso le attese e ha trovato se stesso, complice la casa Naïve per cui incide in esclusiva.Laurent Korcia suona Béla Bartók (2 cd Naïve)
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