L’Anm alza la voce: «Dai ministri azioni contro le toghe»

«È un copione già visto: ogni volta che emergono vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, prima arrivano insulti, poi seguono iniziative punitive per i magistrati. Noi non ci faremo intimidire e continueremo ad applicare la legge con serenità, imparzialità e in maniera eguale e a spiegare quali sono le riforme di cui la giustizia ha bisogno». Così il presidente dell’Anm, Luca Palamara (nella foto) sulla relazione in Consiglio dei ministri del guardasigilli Angelino Alfano sul ddl contente la riforma costituzionale della Giustizia. «Ciò che più preoccupa - ha detto - sono le posizioni di ministri in carica, Istruzione, addirittura Esteri e persino della Giustizia, che partecipano senza alcuna remora, che sarebbe doverosa per la carica, all’aggressione nei confronti dei magistrati». Ha replicato Jole Santelli, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Che i politici parlino di giustizia è perfino ovvio.

Quello che dovrebbe preoccupare è il continuo parlare dei magistrati di politica e politici. Il particolare riferimento al ministro Alfano è francamente sospetto. Forse Palamara vorrebbe un altro ministro, asservito all’Anm».

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