L’Ecuador vuol fare un dispetto

Ha già un posto assicurato nella storia. Perché nell'unica edizione dei mondiali cui aveva finora partecipato - Giappone e Corea 2002 - l'Ecuador aveva ottenuto una sola vittoria: 1-0 ai danni della Croazia nell’ultima partita del girone. In terra tedesca ha già fatto meglio: due successi, sei punti, e la qualificazione agli ottavi in cassaforte. Ma la banda di Suarez non vuole fermarsi qui. Vuole stupire il mondo, cominciando da oggi, contro i padroni di casa della Germania. E se il ct degli ecuadoregni sogna di avere in squadra un attaccante come Toni e farebbe salti mortali per sedersi su una panchina del campionato italiano («Mi piacerebbe allenare il Milan», ha dichiarato in un’intervista), la sua truppa si spinge oltre. «Siamo agli ottavi di finale.

E allora? Non ci basta, dobbiamo andare oltre», dice la punta Carlos Tenorio, già due reti all’attivo. «Quando telefoniamo in Ecuador, ci dicono che il Paese è impazzito. Tutti si aspettano molto da noi e, a questo punto - non possiamo accontentarci di superare la prima fase».

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