L’Italia si regge «egoisticamente»

Qualche giorno fa due miei amici, parlando del trasloco della multinazionale di cui sono dipendenti, trasloco che verrà profumatamente pagato con 25 milioni di euro di soldi pubblici, mi hanno entrambi risposto in momenti diversi che «egoisticamente» se ne fregavano che non fosse eticamente e moralmente giusto.
Egoisticamente. L’avverbio su cui è costruita l’Italia. Egoisticamente gli Agnelli hanno statalizzato perdite e privatizzato guadagni. Egoisticamente i 2800 inutili barellieri del 118 siciliano prendono uno stipendio per grattarsi tutto il giorno. Egoisticamente le istituzioni regionali liguri ammettono candide che i trombati elettorali saranno sistemati in qualche posto pubblico. Egoisticamente a Genova costruiamo palazzi e non infrastrutture. Egoisticamente.


Bravi!
Caro Napolitano, presidente, che con fanfara e bersaglieri è venuto a festeggiare il 150º anniversario di questo paese, questo è il cardine dello stivale. Egoisticamente.
Egoisticamente, a quei meravigliosi ragazzi che non hanno posto alcun avverbio spalando fango, stiamo lasciando un pessimo paese.

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