Lewis: «Onesta invece la nostra battaglia»

Istanbul. Si abbracciano per i fotografi col casco ancora in testa. S’incrociano gli sguardi nella cameretta della pesa e parlottano, uno pare dire «sì, però ti spiego...» e l’altro «sì, ho capito fa niente...». Webber, che deve pensare ai guai suoi più grossi, osserva Hamilton e Button con lo sguardo spento e colpevole di chi sa di aver combinato un casino. La verità è che Jenson è sveglio e veloce e ha provato a pirlare a fine gara il compagno in testa per grazia ricevuta dal suicidio Red Bull. E Lewis, che è meno sveglio ma più veloce, l’ha subito rimesso nei ranghi. I due, però, senza mai impedire all’altro di manovrare. Hamilton: «Mi avevano detto di risparmiare benzina, non mi aspettavo il suo tentativo, gli è riuscito, ma poi l’ho ripassato... è stata una battaglia onesta». E Button. «L’ho affiancato, passato, è stato divertente, poi lui ha risposto, poi ho risparmiato benzina io...».

Certo, come no: dal box gli avranno detto di piantarla. E infatti, il team principal Whitmarsh sbotta sorridente: «Grande gara, grande pressione, due ottimi piloti e incidente fra loro sfiorato... Mi si è fermato il cuore».

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