L'incuria sfregia Firenze Voragine di 200 metri di fronte a Ponte Vecchio

Scoppia un tubo dell'acqua e crolla parte del Lungarno. Inghiottite 20 auto ma l'emergenza non è ancora finita

U n boato improvviso all'alba, il rumore dell'acqua che scorre fragorosa tra le lamiere delle auto, lo spettro di un'alluvione che da queste parti è una paura mai sopita: dove fino alla sera prima c'era il lungarno Torrigiani, ieri mattina gli abitanti dell'Oltrarno fiorentino hanno trovato una voragine lunga duecento metri e larga sette, uno squarcio nell'asfalto che ha inghiottito oltre venti tra auto e motorini in sosta. Il tutto a una manciata di metri da Ponte Vecchio, nel cuore del centro storico del capoluogo, di fronte agli Uffizi e proprio accanto all'argine dell'Arno.

La strada ha ceduto alle 6 e 15, dopo che per ore la rottura di un grosso tubo in ghisa aveva iniziato a ingolfare i tombini, impregnando la terra e riempiendo d'acqua la zona dove le auto erano parcheggiate: è solo per un miracolo che nessuno sia rimasto ferito. Sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco e la polizia municipale, ma nessuno poteva immaginare uno scenario così drammatico: non solo una voragine a violare uno degli scorci più suggestivi, ma anchen una serie di disagi che hanno messo in ginocchio buona parte della città. Due palazzi evacuati in via precauzionale, Palazzo Pitti è stato chiuso alle visite, decine di migliaia di persone sono rimaste per ore con i rubinetti a secco, così come la Galleria degli Uffizi. Ma soprattutto è stato il destino della «spalletta» dell'Arno ad aver tenuto col fiato sospeso e l'allarme non è ancora completamente rientrato i tecnici di Palazzo Vecchio per il rischio di eventuali crolli.

L'argine del fiume ha resistito alla voragine ma è stato seriamente danneggiato: si è spostato di circa un metro e va riparato prima dell'inizio delle piogge autunnali. Nuovi eventuali spostamenti vengono monitorati costantemente da un radar dell'Università di Firenze, simile a quello usato per tenere d'occhio i movimenti della Costa Concordia nei mesi successivi al naufragio davanti all'isola del Giglio. E se il sindaco Dario Nardella ha rassicurato sulla stabilità dei palazzi circostanti, ha però ammesso che gli smottamenti potrebbero continuare. Proprio guardando alla vicinanza con la spalletta dell'Arno, ieri mattina tra alcuni dei residenti meno giovani il pensiero è andato subito a un possibile straripamento del fiume, peraltro proprio a cinquant'anni dall'alluvione che causò 34 morti.

Il primo allarme per un guasto alle tubazioni parlava di un abbassamento di pressione ed è arrivato intorno a mezzanotte, quando litri d'acqua già avevano iniziato a invadere la strada. L'intervento dei tecnici si è concluso alle 3.20, e fino alle 5 i vigili urbani hanno spostato 12 auto in via precauzionale. Ma sarebbe stato un secondo malfunzionamento a un tubo di ghisa di 70 centimetri vecchio di sessant'anni, un'ora più tardi, a provocare il crollo dell'asfalto e il riempimento d'acqua della buca, che in alcuni casi ha sommerso quasi interamente le auto. Particolarmente colpito il quartiere dell'Oltrarno, dove si è verificata la voragine, ma problemi agli approvvigionamenti idrici si sono registrati anche a Prato, città servita dall'acquedotto fiorentino. In tarda mattinata una grossa gru è arrivata in lungarno Torrigiani per recuperare le vetture sprofondate nella parte più profonda della voragine, insieme a un carro attrezzi e una pedana in metallo.

Un bilancio provvisorio parla di 5 milioni di danni, ma in riva all'Arno ancora nessuno se la sente di dire che l'emergenza è finita.

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