«Il made in Italy tiene, l’industria può ripartire dalla moda»

ParigiAnche a margine delle sfilate di Parigi, gli industriali italiani manifestano un forte consenso nei confronti del Governo mentre cresce l’attesa per il prossimo incontro del 15 marzo. «Sull’autunno inverno l’industria tessile di alta qualità registra il meno 40 per cento di ordini. Ma il picco negativo a livello industriale lo vedremo in aprile», diceva ieri Luciano Donatelli, presidente dell’Unione industriali di Biella, vice presidente della Confindustria Piemonte e partner industriale di Romeo Gigli per la linea «Io ipse idem». Donatelli ha elencato le priorità per il settore tessile: consolidamento del credito, defiscalizzazione degli investimenti, utilizzo dell’assicurazione credito come finanziamento, eliminazione dell’Irap per chi non delocalizza, compensazione dell’Iva. «Solo dal manifatturiero può ripartire la fiducia», ha concluso.

«Il nostro Governo sta facendo tanto e in modo tempestivo - incalza Giovanni Burani, ad di Mariella Burani Fashion Group - a livello politico, economico e psicologico perché le istituzioni cercano di infondere ottimismo e fiducia. Il sistema paese sa far quadrato e sa reagire», sostiene l’industriale. E sotto il profilo dei consumi, la moda italiana è quella che ha tenuto meglio rispetto all’Inghilterra e all’America.

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