Meno soldi a cinema, lirica e teatro La «mannaia» colpirà pure i musei

La Beic non c’è più. La manovra prodiana fa scomparire la Biblioteca europea di informazione e cultura che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex stazione di Porta Vittoria. Un progetto già pronto che attendeva solo il finanziamento dello Stato.
«Ma nella Finanziaria non c’è nemmeno un euro» sostiene Vittorio Sgarbi, l’assessore alla Cultura che sul progetto ha comunque recentemente espresso più di qualche perplessità di natura estetica. Perplessità assessorili che, attenzione, non intaccano però la necessità per Milano di dotarsi di uno straordinario polo culturale. Ma la manovra di Romano Prodi è anche un taglio ai fondi per lo spettacolo, la musica, il teatro, il cinema, la lirica e la danza. Meno soldi che arriveranno al Teatro alla Scala e alle altre realtà locali, nonostante le promesse fatte dal ministro Francesco Rutelli.

Anzi, sui musei cittadini sta per cadere una «stangatina» dal decreto fiscale collegato alla Finanziaria: si prevede infatti un aumento del 40 per cento del coefficiente di moltiplicazione dei fabbricati (che serve per risalire dagli estimi al valore dell’immobile) classificati nel gruppo “b” ovvero aumentano le rendite catastali. E lo stesso accadrà per gli oratori e strutture sportive.

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