Domanda: cosa accadrebbe se un ufficio non fosse accessibile ai disabili, se non avesse uscite di emergenza a norma, se per mancanza di spazio gli armadi finissero nei bagni e se - più in generale - non fossero rispettati i criteri di sicurezza? Ecco, una sanzione dell'Asl sarebbe il minimo. Ma cosa accadrebbe se simili grane venissero denunciate proprio negli u ffici dell'Asl? Allo stato, poco o nulla. È quanto denunciato dai lavoratori dell'azienda sanitaria che dal settembre scorso, nella sede di Corso Italia 52, sono stati trasferiti al terzo piano dello stabile.
In quelle stanze - si legge in una lettera del sindacato Fials - «le condizioni di lavoro ignorano completamente i dettami della sicurezza sui luoghi di lavoro», una «sicurezza che dovrebbe essere oramai patrimonio comune e condiviso, ancora di più dovrebbe esserlo per
un'azienda sanitaria».Ma per l'Azienda è tutto in regola. Lo è il terzo piano dell'edificio di Corso Italia, che per dimensioni, condizionamento, aerazione e illuminazione «presenta i requisiti idonei» a ospitare degli uffici.
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