Una moschea per gli ospiti di Expo o per le comunità milanesi? Un grande luogo di culto dal valore simbolico o tanti piccoli centri da sistemare nei quartieri? Milano non è ancora uscita dall'equivoco ma i centri islamici chiedono tutto, il loro «Duomo» ma anche le «parrocchie» in cui svolgere le attività sociali e di culto delle varie associazioni. E Palazzo Marino? La giunta finora ha oscillato fra le varie soluzioni, ma non ne ha imboccata concretamente neanche una. E gli annunci degli ultimi tempi hanno contribuito ad aumentare il caos, senza approdare a nulla. In ballo, a oggi, ci sono almeno due «grandi» progetti (quello del Caim a Lampugnano e quello di viale Certosa) e una dozzina di piccole sedi da sistemare. Per ora l'unico il risultato è che a metà del 2014 ancora si brancola nel buio.
«Noi siamo favorevolissimi a ogni soluzione capace di risolvere i nostri problemi - ha spiegato ieri il direttore del centro islamico di via Padova Mahmoud Asfa - La moschea in viale Certosa va benissimo. Ma è evidente che è necessario procedere anche alla sistemazione delle sedi nei quartieri».«Una moschea in città non basta» Pisapia e gli islamici ne fanno 10
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