lo spilloMa per il Comune è la «macchinetta» del bancomat

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, tempo fa disse di sognare una città di auto elettriche. E infatti, per i recenti servizi di car sharing, i veicoli coinvolti (Smart da una parte e Fiat 500 dall'altra) hanno motori tradizionali. Probabilmente a prevalere nella scelta sono state le solite ragioni di cassa. Milano, infatti, è impreparata ad accogliere una notevole quantità di veicoli elettrici (il problema riguarda le colonnine di ricarica), con il rischio di avere centinaia di vetture al giorno «scariche» ferme ai parcheggi. Ecco allora il car sharing con le auto tradizionali. Servizi dai quali - come ha risposto ieri l'assessore Pierfrancesco Maran - il Comune prevede di incassare 1,4 milioni l'anno.

È vero che si tratta di auto a emissioni bassissime (la flotta Fiat vanta il primato di essere in Europa la più virtuosa in fatto di CO2) ma tra ecosostenibilità, intesa da Pisapia e Maran come riduzione dell'utilizzo dei veicoli privati, ed emissioni zero (auto elettriche) la differenza c'è. Importante è usare l'auto come bancomat, sempre e comunque.

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