Sabrina Cottone
«La gioia è madre del sacrificio» aveva scritto il cardinale Angelo Scola nell'omelia per la Domenica delle Palme, che inaugura la settimana santa. Un testo in cui hanno fatto irruzione poco prima dell'inizio della Messa le notizie del primo attentato nella chiesa copta egiziana. E così l'arcivescovo, che nella Diocesi ospita una consistente comunità di egiziani copti, ha aggiunto a braccio un richiamo a quel che era appena accaduto in Egitto: «Ma che cos'è alla fine il sacrificio? È il dono commosso di sé a Dio e in Dio agli altri. Quale sacrificio i cristiani copti uccisi questa mattina in un attentato al Cairo, per la loro fede. Stavano celebrando nel loro rito questa liturgia».
Nella chiesa copto ortodossa egiziana di san Marco in via Senato, il volto di Gesù coronato di spine ti guarda appena entri. «Ormai a ogni festa riceviamo questo dono.
Ci chiediamo solo dove accadrà la prossima volta» dice un uomo lì vicino. «La nostra è una Chiesa di martiri, a cominciare dal nostro patrono, san Marco - commenta padre Paolo Ava Shenuti -. Cristo ha detto: vi perseguiteranno a causa del mio nome e avrete tribolazioni ma (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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