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"Dietro lo scontro Erdogan-Draghi c'è Biden"

Gli Stati Uniti hanno un preciso obiettivo: stabilizzare la Libia e detronizzare Erdogan in patria. Per riuscirci avrebbero scelto l'Italia di Draghi

"Dietro lo scontro Erdogan-Draghi c'è Biden"

La replica con cui Recep Tayyp Erdogan ha risposto a Mario Draghi rispecchia le forti tensioni diplomatiche in corso tra Turchia e Italia. Tensioni che tuttavia potrebbero celare un regista inaspettato: gli Stati Uniti di Joe Biden.

Secondo quanto riferito da Marco Antonellis su Tpi, Erdogan avrebbe ricevuto parole piccate da parte di Draghi in seguito a un preciso input statunitense. Per quale motivo? A detta di alcune fonti del deep state italiano, gli Stati Uniti hanno un preciso obiettivo: stabilizzare la Libia. Per effettuare questa complessa operazione, pare che la Casa Bianca abbia "scelto" come partner niente meno che l'Italia guidata dall'ex presidente della Bce.

Sale la tensione tra Roma e Ankara

"Erdogan nei giorni scorsi ha ricevuto il primo siluro via conferenza stampa sganciato dalla presidenza del Consiglio su input degli americani e adesso risponde al fuoco con la "contraerea"", raccontano le stesse fonti anonime. Detto in altre parole, il Sultano ha capito che il tandem Italia-Stati Uniti potrebbe rappresentare un serio problema per i piani di Ankara. E allora, ecco che ha attaccato Draghi con le ultime dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa.

Il premier italiano "è stato nominato", "non eletto", ha affermato Erdogan, accusando Mario Draghi di "totale impertinenza e maleducazione" e di aver "danneggiato" i rapporti, "nel momento in cui speravamo sarebbero arrivati a un buon punto". Ricordiamo che, in seguito al sofagate che ha coinvolto Ursula von der Leyen, in conferenza stampa Draghi ha definito l'omologo turco un "dittatore di cui c'è bisogno". Parole che non sono affatto piaciute al diretto interessato. E che, di fatto, hanno aperto una vera e propria crisi diplomatica tra le parti.

Il piano di Washington

Riavvolgendo il nastro, e tornando a parlare di Stati Uniti, pochi giorni fa Luigi Di Maio è volato oltre Oceano per incontrare il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Il ministro degli Esteri italiano dichiarava di condividere con gli alleati americani "la preoccupazione per la presenza di forze straniere" in Libia. Ad Ankara hanno unito un paio di punti, e adesso sospettano che le parole di Draghi possano in realtà nascondere un piano ben preciso. Al quale starebbe prendendo parte anche Washington.

E in che cosa consisterebbe questo fantomatico piano americano? Come detto, nella stabilizzazione della Libia. E, di conseguenza, nell'allontanamento della Turchia dalla questione libica. Nella quale Erdogan era riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, riempiendo il vuoto lasciato da diversi Paesi occidentali.

Ma non è finita qui, perché oltre a scacciare il Sultano dalla Libia, gli Stati Uniti vorrebbero detronizzare il presidente turco in patria, influenzando le prossime elezioni supportando i partiti dell'opposizione.

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