Il nuovo indice dell’inflazione lo decideranno sindacati e imprese

Il nuovo round tra Confindustria e sindacati sulla riforma del modello contrattuale «non sarà influenzato dalla querelle sull’inflazione programmata», fissata all’1,7%. Ne è convinto il leader della Uil, Luigi Angeletti, ma la stessa tesi è condivisa anche da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. Buona parte del sindacato italiano, quindi, sembra avere preso sul serio l’invito del ministro dell’Economia Giulio Tremonti a considerare «carta straccia» il Documento di programmazione economica e finanziaria e i numeri che riporta. A spingere il sindacato in questa direzione, anche la disponibilità di Confindustria ad individuare un altro indice. Cioè una percentuale sulla base della quale aumentare i salari, che sia più vicina al dato dell’inflazione reale.

Un segnale, quindi, che si vuole abbandonare il modello che affida al governo il compito di stabilire quanto concedere nei contratti nazionali. E che le parti, lavoratori e datori, vogliono essere più autonome negli accordi. Prossima riunione del tavolo, giovedì.

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