Il patto e la soglia dell’«Hopa»

Il presidente di Pirelli e Olimpia Marco Tronchetti Provera deve continuare a fare i conti con Hopa. Nonostante il divorzio del luglio scorso, con l’uscita di Hopa da Olimpia (la holding che detiene il 18% di Telecom), la partita non è chiusa. Hopa è rimasta azionista di Telecom con il 3,7%. Ma sul 65% di questa quota (cioè sul 2,4%) Olimpia ha un diritto di prelazione: se Hopa trova un compratore deve prima offrire il pacchetto a Olimpia. Ma proprio per questo il recente patto di consultazione stretto tra Pirelli, Benetton, Mediobanca e Generali sul 23,2% di Telecom deve ancora tener conto di Hopa. Infatti il patto, calcolando anche le quote di Pirelli (1,4%) e Generali (0,4%) non conferite, vale già per il 25%. L’intesa prevede inoltre che Generali e Mediobanca possano apportare un altro 1,3%, fino al 26,3%. A questo punto possono entrare altri soci, basta che la somma non superi il 30%, soglia dell’Opa obbligatoria.

Ma in verità questa soglia è più bassa: è limitata al 27,6%. Se infatti nuove banche facessero superare tale livello al patto, la prelazione nei confronti di Hopa diventerebbe inattuabile, perché farebbe scattare automaticamente l’Opa.

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